20 August 2006

ATTO SECONDO. Scena seconda



Iago solo.



IAGO.
(seguendo coll’occhio Cassio)
Vanne; la tua meta già vedo.
Ti spinge il tuo dimone,
E il tuo dimon son io.
E me trascina il mio, nel quale io credo,
Inesorato Iddio.
(Allontanandosi dal verone seza più guardar Cassio che sarà scomparso fra gli alberi.)

Credo in un Dio crudel che m'ha creato
Simile a sè e che nell'ira io nomo.

Dalla viltà d'un germe o d'un atòmo
Vile son nato.

Son scellerato
Perchè son uomo;
E sento il fango originario in me.

Si! questa è la mia fe’!

Credo con fermo cuor, siccome crede
La vedovella al tempio,
Che il mal ch'io penso e che da me procede,
Per il mio destino adempio.

Credo che il guisto è un istrion beffardo,
E nel viso e nel cuor,
Che tutto è in lui bugiardo:
Lagrima, bacio, sguardo,
Sacrificio ed onor.

E credo l’uom gioco d’iniqua sorte
Dal germe della culla
Al verme dell’avel.

Vien dopo tanta irrision la Morte.

E poi? E poi? – La Morte è' il Nulla.
È vecchia fola il Ciel.

(Si vede passare nel giardino Desdemona con Emilia. Iago si slancia al verone, al di là del quale è appostato Cassio.)


IAGO.
(parlando a Cassio)
Eccola … – Cassio … a te … Questo è il momento.
Ti scuoti...vien Desdemona.
(Cassio va verso Desdemona, la saluta, le s’accosta.)
S’è mosso; la saluta
E s’avvicina.
Or qui si tragga Otello! … aiuta, aiuta
Sàtana il mio cimento!
(Sempre al verone, osservando, ma un poco discosto. – Si vedono ripassare nel giardino Cassio e Desdemona.)
Già conversano insieme … ed essa inclina,
Sorridendo, il bel viso.
Mi basta una lampo sel di quel sorriso
Per trascinare Otello alla ruina.
Andiam …
(Fa per avviarsi rapido all'uscio del lato destro, ma s’arresta subitamente.)
Ma il caso in mio favor s’adopra.
Eccolo … al posto, all’opra.
(Si colloca immoto al verone, guardando fissamente verso il giardino, dove stanno Cassio e Desdemona.)