ATTO SECONDO. Scena seconda
Iago solo.
IAGO.
(seguendo coll’occhio Cassio)
Vanne; la tua meta già vedo.
Ti spinge il tuo dimone,
E il tuo dimon son io.
E me trascina il mio, nel quale io credo,
Inesorato Iddio.
(Allontanandosi dal verone seza più guardar Cassio che sarà scomparso fra gli alberi.)Credo in un Dio crudel che m'ha creato
Simile a sè e che nell'ira io nomo.
Dalla viltà d'un germe o d'un atòmo
Vile son nato.
Son scellerato
Perchè son uomo;
E sento il fango originario in me.
Si! questa è la mia fe’!
Credo con fermo cuor, siccome crede
La vedovella al tempio,
Che il mal ch'io penso e che da me procede,
Per il mio destino adempio.
Credo che il guisto è un istrion beffardo,
E nel viso e nel cuor,
Che tutto è in lui bugiardo:
Lagrima, bacio, sguardo,
Sacrificio ed onor.
E credo l’uom gioco d’iniqua sorte
Dal germe della culla
Al verme dell’avel.
Vien dopo tanta irrision la Morte.
E poi? E poi? – La Morte è' il Nulla.
È vecchia fola il Ciel.
(Si vede passare nel giardino Desdemona con Emilia. Iago si slancia al verone, al di là del quale è appostato Cassio.)
IAGO.
(parlando a Cassio)
Eccola … – Cassio … a te … Questo è il momento.
Ti scuoti...vien Desdemona.
(Cassio va verso Desdemona, la saluta, le s’accosta.)
S’è mosso; la saluta
E s’avvicina.
Or qui si tragga Otello! … aiuta, aiuta
Sàtana il mio cimento!
(Sempre al verone, osservando, ma un poco discosto. – Si vedono ripassare nel giardino Cassio e Desdemona.)
Già conversano insieme … ed essa inclina,
Sorridendo, il bel viso.
Mi basta una lampo sel di quel sorriso
Per trascinare Otello alla ruina.
Andiam …
(Fa per avviarsi rapido all'uscio del lato destro, ma s’arresta subitamente.)
Ma il caso in mio favor s’adopra.
Eccolo … al posto, all’opra.
(Si colloca immoto al verone, guardando fissamente verso il giardino, dove stanno Cassio e Desdemona.)
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