20 August 2006

ATTO PRIMO. Scena terza



Otello e Desdemona.



OTELLO.
Già nella notte densa
S’estingue ogni clamor.
Già il mio cor fremebondo
S’ammansa in quest’amplesso e si rinsensa.
Tuoni la guerra e s'inabissi il mondo
Se dopo l'ira immensa
vien quest'immenso amor!

DESDEMONA.
Mio superbo guerrier! Quanti tormenti,
Quanti mesti sospiri e quanta speme
Ci condusse ai soavi abbracciamenti!
Oh! com’è dolce il mormorare insieme:
Te ne rammenti!
Quando narravi l’esule tua vita
E i fieri eventi e i lunghi tuoi dolor,
Ed io t’udia coll'anima rapita
In quei spaventi e coll’estasi in cor.

OTELLO.
Pingea dell’armi il fremito, la pugna
E il vol gagliardo alla breccia mortal,
L’assalto, orribil edera, coll’ugna
Al baluardo e il sibilante stral.

DESDEMONA.
Poi mi guidavi ai fulgidi deserti,
All’arse arene, al tuo materno suol;
Narravi allor gli spasimi sofferti
E le catene e dello schiavo il duol.

OTELLO.
Ingentilia di lagrime la storia
Il tuo bel viso e il labbro di sospir;
Scendean sulle mie tenebre la gloria,
Il paradiso e gli astri a benedir.

DESDEMONA.
Ed io vedea fra le tue tempie oscure
Splender del genio l’eterea beltà.

OTELLO.
E tu m’amavi per le mie sventure
Ed io t’amavo per la tua pietà.

DESDEMONA.
Ed io t’amavo per le tue sventure
E tu m’amavi per la mia pietà.

OTELLO.
Venga la morte! e mi colga nell’estasi
Di quest’amplesso
Il momento supremo!
(Il cielo si sarà tutto rasserenato; si vedranno alcune stelle e sul lembo dell’orizzonte il riflesso ceruleo della nascente luna.)
Tale è il gaudio dell'anima che temo,
Temo che piu non mi sara concesso
Quest’attimo divino
Nell’ignoto avvenir del mio destino.

DESDEMONA.
Disperda il ciel gli affanni
E amor non muti col mutar degli anni.

OTELLO.
A questa tua preghiera
Amen risponda la celeste schiera.

DESDEMONA.
Amen risponda.

OTELLO.
(appoggiandosi ad un rialzo degli spaldi).
Ah! la gioia m’innonda
Si fieramente … che ansante mi giacio …
Un bacio …

DESDEMONA.
Otello!

OTELLO.
Un bacio … ancora un bacio,
(Alzandosi e fissando una plaga del cielo stellato.)
Già la pleiade ardente al mar discende.

DESDEMONA.
Tarda e la notte.

OTELLO.
Vien … Venere splende.
(S’avviano abbracciati verso il castello.)