20 August 2006

ATTO PRIMO. Scena seconda



(Otello, Jago, Cassio, Montano, popolo, soldati: più tardi Desdemona)



OTELLO (seguito da genti con fiaccole).
Abbasso le spade!
(I Combattenti s'arrestano. Montano s’appoggia a un soldato. – Le nubi si diradano a poco a poco.)
Olà! Che avvien? Son io fra i Saraceni?
O la turchesa rabbia è in voi trasfusa
Da sbranarvi l’un l’altro? Onesto Jago,
per quell'amor che tu mi porti, parla.

IAGO.
Non so … qui tutti eran cortesi amici,
Dianzi, e giocondi … ma ad un tratto, come
Se un pianeta maligno avesse a quelli
Smagato il senno, sguainando l’arme
S’avventano furenti … avess io prima
Stroncati i pie’ che qui m'addusser!

OTELLO.
Cassio,
Come obliasti te stesso a tal segno? …

CASSIO.
Grazia … perdon … parlar non so …

OTELLO.
Montano …

MONTANO (sostenuto da un soldato).
Io son ferito …

OTELLO.
Ferito!... pel cielo
Già il sangue mio ribolle. Ah! l’ira volge
L’angelo nostro tutelare in fuga!
(Entra Desdemona: Otello accorre ad essa.)
Che? … la mia dolce Desdemona anch’essa
Per voi distolta da’ suoi sogni? – Cassio,
Non sei più capitano.
(Cassio lascia cadere la spada che è raccolta da Iago.)
(pergendo la spada di Cassio ad un soldato)

IAGO (porgendo la spada di Cassio a un soldato).
(Oh, mio trionfo!)

OTELLO.
Iago, tu va nella città sgomenta
Con quella squadra a ricompor la pace.
(Iago esce.)
Si soccorra Montano.
(Montano è accompagnato nel Castello.)
Al proprio tetto
Ritorni ognun.
(A tutti, imperiosamente.)
Io da qui non mi parto
Se pria non vedo deserti gli spaldi.
(La Scena si vuota. Otello fa cenno agli uomini colle fiaccole che lo accompagnano di rientrare nel castello.)