20 August 2006

ATTO PRIMO. Scena prima



L'esterno del Castello.

Una Taverna con pergolato. Gli spaldi nel fondo e il mare.
È sera. Lampi, tuoni, uragano.



ALCUNI DEL CORO.
Una vela!

ALTRI DEL CORO.
Una vela!

IL PRIMO GRUPPO.
Un vessillo!

IL SECONDO GRUPPO.
Un vessillo!

MONTANO.
È l’alato Leon!

CASSIO.
Or la folgor lo svela.
(Trombe sul palco.)

ALCUNI (che sopraggiungono).
Uno squillo!

ALTRI (che sopraggiungono).
Uno squillo!
(Colpo di cannone.)

TUTTI.
Ha tuonato il cannon!

CASSIO.
È la nave del Duce.

MONTANO.
Or s’affonda.
Or s’inciela …

CASSIO.
Erge il rostro dall’onda.

METÀ DEL CORO.
Nelle nubi si cela e nel mar,
E alla luce dei lampi ne appar.

TUTTI.
Lampi! tuoni! gorghi! turbi tempestosi e fulmini!
Treman l’onde! treman l’aure! treman basi e culmini.
(Entrano dal fondo molte donne del popolo.)
Fende l’etra un torvo e cieco spirto di vertigine.
Iddio scuote il cielo bieco, come un tetro vel.
Tutto è fumo! tutto è fuoco! l’orrida caligine
Si fa incendio, poi si spegne più funesta, spasima
L’universo, accorre a valchi l’aquilon fantasima,
I titanici oricalchi – squillano nel ciel.

TUTTI (con gesti di spavento e di supplicazione e rivolti verso lo spaldo.)
Dio, fulgor della bufera!
Dio, sorriso della duna!
Salva l’arca e la bandiera
della veneta fortuna!
Tu, che reggi gli astri e il Fato!
Tu, che imperi al mondo e al ciel!
Fa che in fondo al mar placato
Posi l’àncora fedel.

IAGO.
È infranto l’artimon!

RODERIGO.
Il rostro piomba
Su quello scoglio!

CORO.
Aita! Aita!

IAGO (a Roderigo).
L’alvo
Frenetico del mar sia la sua tomba!

CORO.
È salvo! è salvo!

VOCI INTERNE.
Gittate i palischermi!
Mano alle funi! Fermi!

PRIMA PARTE DEL CORO.
Forza ai remi!

SECONDA PARTE (scendono la scala dello spaldo).
Alla riva!

VOCI INTERNE.
All’approdo! allo sbarco!

ALTRA VOCI INTERNE.
Evviva! Evviva! Evviva!

OTELLO (dalla scala della spiaggia salendo sullo spaldo con seguito di marinai e soldati).
Esultate! L’orgoglio musulmano
Sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria!
Dopo l’armi lo vinse l’uragano.

TUTTI.
Evviva Otello! Evviva! evviva! evviva!
Vittoria! Vittoria!
(Otello entra nella rocca, seguito da Cassio, da Montano e dai soldati.)

CORO.
Vittoria! Stermino!
Dispersi, distrutti,
Sepolti nell’ orrido
Tumulto piombâr.
Avranno per requie
La sferza dei flutti,
Avranno per requie
La sferza dei flutti,
La ridda dei turbini,
L’abisso del mar.

CORO.
Si calma la bufera.

IAGO (indisparte a Roderigo).
Roderigo,
Ebben, che pensi?

RODERIGO.
D’affogarmi …
(Nel fondo è un andirivieni della ciurma che sale dalla scala della spiaggia ed entra nel castello portando armi e bagagli, mentre dei popolani escono da dietro la rocca portando dei rami da ardere presso la spaldo; alcuni soldati con fiaccole illuminano la via percorsa da questa gente.)

IAGO.
Stolto
È chi s’affoga per amor di donna.

RODERIGO.
Vincer nol so.
(Alcuni del popolo formano da un lato una castasta di legna: la folla s’accalca intorno turbolenta e curiosa.)

IAGO.
Suvvia, fa senno, aspetta
L’opra del tempo. A Desdemona bella,
Che nel segreto dei tuoi sogni adori,
Presto in uggia verranno i foschi baci
Di quel selvaggio dalle gonfie labbra.
Buon Roderigo, amico tuo sincero
Mi ti professo, né in più forte ambascia
Soccorrerti potrei. Se un fragil voto
Di femmina non è tropp’arduo nodo
Pel genio mio né per l’inferno, giuro
Che quella donna sarà tua. M’ascolta:
Benchè finga d’amarlo, odio quel Moro …
(Entra Cassio: poi s'unisce a un crocchio di soldati. – Iago sempre in disparte a Roderigo.)
… E una cagion dell’ira, eccola, guarda.
(Indicando Cassio)
Quell’azzimato capitano usurpa
Il grado mio, il grado mio che in cento
Ben pugnate battaglie ho meritato;
(continua il passaggio della bassa ciurma nel fondo)
Tal fu il voler d’Otello, ed io rimango
Di sua Moresca Signoria l’alfiere!
(Dalla catasta incominciano ad alzarsi dei globi di fumo sempre più denso.)
Ma, come è ver che tu Roderigo sei,
Così è pur vero che se il Moro io fossi
Vedermi non vorrei d’attorno un Iago.
Se tu m’ascolti …
(Iago conduce Roderigo verso il fondo. – Il fuoco divampa. I soldati s’affollano intorno alle tavole della taverna. – Mentre dura il canto intorno al fuoco di gioia, i Tavernieri appenderanno al pergolato dell’osteria delle lanterne veneziane a vari colori che illuminerano gaiamente la scena. I Soldati si saranno adunati intorno alla tavole, parte seduti, parte in piedi, ciarlando e benvendo.)

CORO.
Fuoco di gioia – l'ilare vampa
Fuga la notte – col suo splendor.
Guizza, sfavilla – crepita, avvampa
Fulgido incendio – che invade il cor.
Dal raggio attratti – vaghi sembianti
Movono intorno – mutando stuol.
E son fanciulle – dai lieti canti,
E son farfalle – dall’igneo vol.
Arde la palma – col sicomoro,
Canta la sposa – col suo fedel;
Sull’aurea fiamma – sul lieto coro
Soffia l’ardente – spiro del ciel.
Fuoco di gioia – rapido brilla!
Rapido passa – fuoco d’amor!
Splende, s’oscura – palpita, oscilla,
L’ultimo guizzo – lampeggio e muor.
(Il fuoco si spegne a poco a poco: la bufera è cessata. – Iago, Roderigo, Cassio e parecchi altri uomini d’arme intorno a un tavolo dove c’è del vino: parte in piedi, parte seduti.)

IAGO.
Roderigo, beviam! Qua la tazza,
Capitano.

CASSIO.
Non bevo più.

IAGO (avvicinando il boccale alla tazza di Cassio).
Ingoia
Questo sorso.

CASSIO (ritirando il bicchiere).
No.

IAGO.
Guarda! Oggi impazza
Tutta Cipro! è una notte di gioia,
Dunque …

CASSIO.
Cessa. Già m'arde il cervello
per un nappo vuotato.

IAGO.
Si, ancora
Bever devi. Alle nozze d’Otello
E Desdemona!

TUTTI (tranne Roderigo).
Evviva!

CASSIO (alzando il bicchiere e bevendo un poco).
Essa infiora
Questo lido.

IAGO (sottovoce a Roderigo).
(Lo ascolta.)

CASSIO.
Col vago
Suo raggiar chiama i cuori a raccolta.

RODERIGO.
Pur modesta essa è tanto.

CASSIO.
Tu, Iago
Canterai le sue lodi!

IAGO (a Roderigo).
(Lo ascolta.)
(Forte a Cassio.)
Io non sono che un critico.

CASSIO.
Ed ella
D’ogni lode è più bella.

IAGO (come sopra, a Roderigo, a parte).
(Ti guarda
Da quel Cassio.

RODERIGO.
Che temi?

IAGO (sempre più incalzante).
Ei favella
Già con troppo bollor, la gagliarda
Giovinezza lo sprona, è un astuto
Seduttor che t’ingombra il cammino.
Bada …

RODERIGO.
Ebben?

IAGO.
S’ei inebria è perduto!
Fallo ber.)
(Ai tavernieri.)
Qua, ragazzi, del vino!
(Iago riempie tre bicchieri: un per sè, uno per Roderigo, uno per Cassio. – I Tavernieri circolano colle anfore. – A Cassio, col bicchiere in mano: la folla gli si avvicina e lo guarda curiosamente.)
Inaffia l’ugola!
Trinca, tracanna!
Prima che svampino
Canto e bicchier.

CASSIO (a Iago, col bicchiere in mano).
Questa del pampino
Verace manna
Di vaghe annugola
Nebbie il pensier.

IAGO (a tutti).
Chi all’esca ha morso
Del ditirambo
Spavaldo e strambo
Beva con me.

CORO.
Chi all’esca ha morso
Del ditirambo
Spavaldo e strambo
Beva con me.

IAGO (piano a Roderigo indicando Cassio).
(Un altro sorso
È brillo egli è.)

RODERIGO (a Iago).
(Un altro sorso
È brillo egli è.)

IAGO (ad alta voce).
Il mondo palpita
Quand’io son brillo!
Sfido l’ironico
Nume e il destin!

CASSIO (bevendo ancora).
Come un armonico
Lïuto oscillo;
La gioia scalpita
Sul mio cammin!

IAGO (come sopra).
Chi all’esca ha morso
Del ditirambo
Spavaldo e strambo
Beva con me.

TUTTI.
Chi all’esca ha morso
Del ditirambo
Spavaldo e strambo
Beva con te.

IAGO (a Roderigo.)
(Un altro sorso
E brillo egli è!)

RODERIGO (a Iago.)
(Un altro sorso
E brillo egli è!)

IAGO (ad alta voce).
Fuggan dal vivido
Nappo i codardi
Che in cor nascondono
Frodi e mister.

CASSIO (alzando il bicchiere, al colmo dell’esaltazione).
In fondo all’anima
Ciascun mi guardi!
(Beve.)
Non temo il ver …
(barcollando)
Non temo il ver … – Bevo …

TUTTI (ridendo).
Ah! Ah!

CASSIO.
Del calice …
Gli orli s’imporporino! …
(Vorrebbe ripetere il primo motivo, ma non si sovviene.)

IAGO (a Roderigo, in disparte, mentre gli altri ridono di Cassio).
(Ègli è briaco fradicio. Ti scuoti.
Lo trascina a contesa; è pronto all'ira,
T’offenderà … ne seguirà tumulto!
Pensa che puoi cosi del lieto Otello
Turbar la prima vigilia d’amore!

RODERIGO (risoluto).
Ed è chò che mi spinge.)

MONTANO (entrando e rivolgendosi a Cassio).
Capitano,
V’attende la fazione ai baluradi.

CASSIO (barcollando).
Andiam!

MONTANO.
Che vedo?

IAGO (a Montano).
(Ogni notte in tal guisa
Cassio preludia al sonno.

MONTANO.
Otello il sappia.)

CASSIO (come sopra).
Andiamo ai baluardi …

RODERIGO poi TUTTI.
Ah! Ah!

CASSIO.
Chi ride?

RODERIGO (provocandolo).
Rido d’un ebro …

CASSIO (scagliandosi contro Roderigo).
Bada alle tue spalle!
Furfante!

RODERIGO (difendendosi).
Briaco ribaldo!

CASSIO.
Marrano!
Nessun più ti salva!

MONTANO (separandoli a forza e dirigendosi a Cassio).
Frenate la mano,
Signor, ve ne prego.

CASSIO (a Montano).
Ti spacco il cerebro
Se qui t’interponi.

MONTANO.
Parole d’un ebro ….

CASSIO:
D'un ebro?!
(Cassio sguaina la spada. Montano s’arma anch’esso. Assalto furibondo. La folla si ritrae.)

CASSIO:
D'un ebro?!

IAGO (a parte a Roderigo, rapidamente).
(Va al porto, con quanta più possa
Ti resta, gridando: sommossa! sommossa!
Va! spargi il tumulto, l’orror. Le campane
Risuonino a stormo.)
(Roderigo esce correndo. – Iago ai due combattenti, esclamando.)
Fratelli! l’immane
Conflitto cessate!

MOLTO DONNE DEL CORO (fuggendo).
Fuggiam!

IAGO.
Ciel! già gronda
Di sangue Montano! Tenzon furibonda!

ALTRE DONNE.
Fuggiam!

IAGO.
Tregua!

TUTTI.
Tregua!

DONNE (fuggendo).
S'uccidono!

UOMINI (ai combattenti).
Pace!

IAGO (agli astanti).
Nessun più raffrena quel nembo pugnace!
Si gridi l’allarme! Satana gl’invade!!

VOCI (in scena e dentro).
All’armi!!
(Campane a storno).

TUTTI.
Soccorso!!